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sabato 21 novembre 2015

COO21 GLI STATI GENERALI DEL CLIMA DI PARIGI 2015, LE LOBBY CHE INQUINANO E LA COERENZA DEL GREEN ACT ITALIANO.

Tra pochi giorni Parigi tornerà protagonista, spero non per il terrorismo, ma questa volta in positivo, perché accoglierà gli Stati generali del clima, dove ogni Stato sovrano si dovrà impegnare per ridurre con maggiore intensità le emissioni di CO2 in atmosfera.

Tutti siamo stati abituati, fino ad oggi, a parlare degli obiettivi di Kyoto, dal 2016, richiameremo, per fare un raffronto con le azioni ecologiche di un Governo, gli obiettivi di COO21 Parigi 2015.
La tecnologia moderna, oggi, permetterebbe al mondo di fare passi da gigante, verso il vero sviluppo sostenibile, che riporti l'ecosistema all'habitat ecologico ideale per la biologia degli esseri viventi: umani, vegetali e animali. Purtroppo le tecnologie pulite devono affrontare la sfida ardua del muro interposto dai grandi interessi economici delle lobby inquinanti del petrolio, del gas, del carbone, delle macchine a combustibile fossile, di ogni impianto a combustibile fossile, e dietro ad ogni grande progetto o impianto inquinante, citato, c'è un investitore, un Fondo speculativo d'investimento (Edge Found), che aspetta i propri ritorni economici. Rendiamoci conto, che ci sono portatori d'interesse dell'inquinamento atmosferico e dell'ecosistema, da battere, più forti dei portatori d'interesse, Stakeholder, ecologici a zero impatto per l'ambiente.
Le lobby che inquinano hanno più denaro e più rapporti di scambio, leciti ed illeciti, con i governanti del mondo, policy maker, la vera corruzione mondiale, a nove zeri, in dollari ed euro, passa da li, dalle armi, alle fonti energetiche, dalla chimica alla fisica di contrasto del sistema biologico attuale.
Gli esperimenti energetici delle lobby USA dello shale oil e shale gas, prima in territorio americano e poi in territorio internazionale, nelle colonie economiche, a discapito e nell'ignoranza mediatica, sono l'atto di distruzione territoriale più grande dell'ecosistema mondiale del XXI secolo. Neanche la voracità industriale della fabbriche fumanti cinesi, indiane, brasiliane e turche, producono fenomeni così gravi, di distruzione biologicamente irreversibile, del territorio interessato da azioni industriali di coltivazione energetica.

Gli Stati generali del clima di Parigi COO21 dovranno servire proprio a questo, a mettere sul piatto ogni azione scientifica ed industriale che favorisce o contrasta il clima e l'ecosistema, per poi fare prendere impegni insuperabili e vincolanti agli Stati del mondo, per eliminare le azioni contro il clima e l'ecosistema sostituendole con le azioni positive a zero emissioni, a zero consumo del territorio, a zero inquinamento e manipolazione del cibo e dell'acqua, e alla realizzazione di rinnovati insediamenti, urbani o produttivi, autosufficienti dal punto di vista energetico, per evitare la costruzione di enormi e devastanti reti di distribuzione di energia elettrica o fossile. Per non inquinare bisogna insegnare fin da piccoli, nelle scuole, a non sprecare nulla, dall'energia ai prodotti biologici della terra, ai prodotti derivati dalla fabbricazione dell'uomo o delle macchine. In Italia il più grande punto di incoerenza e maggiore difficoltà da superare con il "Green act", cioè gli impegni italiani verso COO21, è l'apertura dei mercati e il superamento dei monopoli inquinanti.

Il caso più forte è quello dell'energia elettrica e calore prodotto dai vecchi impianti inquinanti della Geotermia ad emissioni, che trova un sostegno a singhiozzo delle autorità pubbliche, per la sostituzione con la Geotermia 2.0 ecologica a zero impatto ambientale e paesaggistico, perché a circuito chiuso con il sottosuolo, quindi nessun contagio tra gli elementi chimici naturali della profondità della terra con quelli della superficie, e con impianti geotermoelettrici di piccole dimensioni, max 5MW elettrici e di conseguenza 25 MW termici, che consumano, in piena armonia del paesaggio, solo mezzo ettaro di territorio, ma soddisfano i bisogni energetici di illuminazione pubblica di 400.000 abitanti e riscaldano termicamente centri urbani da 10.000 abitanti.
Questo è solo un esempio di sviluppo sostenibile, per le aree urbane o rurali, escluse le grandi metropoli, che, per dimensioni e consumi, hanno la necessità di scelte energetiche di maggiori potenze e dimensioni. Mi auguro che gli Stati generali del clima di Parigi sortiscano il grande riscatto ecologista degli esseri umani, che solo allora potranno essere giudicati veramente civili e responsabili, per gli altri esseri viventi vegetali e animali, e per le future generazioni umane.

                                                                                                                                     
Diego Righini

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