Quando venne
introdotto nel secondo dopoguerra e più precisamente nel 1950, l’istituto della
cessione del quinto riguardava
esclusivamente i dipendenti pubblici o
statali. Nel 2005, però, la legge ha esteso anche ai pensionati e ai
dipendenti privati l’opportunità di avvalersi di questa tipologia di prestito.
La cessione del quinto ai dipendenti pubblici è un prestito personale non
finalizzato. Il lavoratore non è infatti obbligato a dare alcuna spiegazione
sulla motivazione della richiesta o circa la destinazione del denaro ricevuto
in prestito. Tecnicamente funziona così: il prestito non può avere durata superiore
ai 120 mesi e le rate vengono addebitate
direttamente nella busta paga del richiedente, mensilmente, nella misura
non superiore ad un quinto (quindi il 20%) del suo salario mensile. A tutela
del finanziamento, il lavoratore pubblico impegna
il suo TFR (trattamento di fine rapporto), garanzia che permette di avere
accesso a prestiti che offrono condizioni migliori, in termini di importo
erogabile, tasso applicato e durata dell’ammortamento. Insomma è possibile
richiedere ed ottenere cifre significative con una scadenza molto lunga, in
alcuni casi anche di dieci anni. In virtù di questa solida garanzia, potrebbero avere accesso a questo tipo di credito persino
quei soggetti che figurano all’interno dei registri dei protesti e che sono quindi
“bollati” come cattivi pagatori.
La cessione del quinto per i dipendenti
pubblici è quindi un’ulteriore e più semplice possibilità di ottenere un
finanziamento, per di più agevolato rispetto alle normali condizioni offerte
sul mercato. Si tratta di un duplice risparmio: di tempo ed economico. I
dipendenti pubblici possono sempre estinguere il rapporto, usufruendo al tempo
stesso della restituzione degli interessi ancora non maturati. Una possibilità
in più, riservata esclusivamente ai lavoratori pubblici, è inoltre quella di
richiedere il cosiddetto “doppio quinto”,
o prestito con delega, che permette loro di avere in busta paga una trattenuta
massima doppia rispetto a quella prevista dalla normale cessione del quinto.
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