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venerdì 1 settembre 2017

Luigi Ferraris, Terna stringe sul piano di sviluppo 2018: focus su rete e interconnessioni

Energia. Terna, AD Luigi Ferraris. Vertici al lavoro sul documento che andrà presentato entro fine gennaio. Investimenti potenziati per aumentare la resilienza del sistema. Sul fronte estero la società ha messo a segno due passaggi cruciali per il cavo con la Francia. Per la linea con la Tunisia sarà richiesto un contributo alla UE.


I vertici di Terna sono al lavoro sul piano di sviluppo 2018. La deadline è fissata per il 31 gennaio: entro quella data, la società guidata da Luigi Ferraris dovrà predisporre, come prevede il decreto 93 del 2011 che disciplina la programmazione degli interventi di sviluppo della rete elettrica nazionale, il nuovo piano decennale che andrà poi sottoposto al vaglio del Ministero dello Sviluppo Economico. L’ultimo prevedeva investimenti per quasi 8 miliardi di euro e confermava, tra l’altro, la necessità di procedere lungo la strada dell’integrazione delle fonti rinnovabili e del potenziamento delle capacità d’interconnessione. Due tasselli ribaditi anche nel piano decennale di sviluppo 2018 che, come ha sottolineato anche l’AD di Terna, Luigi Ferraris, nell’intervista al Sole 24 Ore (si veda l’edizione dell’8 agosto), sarà caratterizzato da un ampliamento dello sforzo finanziario messo in campo dalla spa dell’alta tensione e da azioni ancora più incisive per rafforzare le magliature e la resilienza del sistema infrastrutturale rispetto a condizioni climatiche sempre più estreme e alla volatilità delle fonti verdi. La cui crescita impetuosa ha provocato e provoca maggiori sollecitazioni alla rete oltre a determinare una riduzione progressiva della capacità termoelettrica.
Per questo, nei programmi futuri della società ci saranno investimenti infrastrutturali di sviluppo, come il rinforzo delle dorsali del paese, indispensabili per il decongestionamento del sistema elettrico, ma saranno altresì previste una serie di misure finalizzate ad assicurare una maggiore integrazione delle connessioni tra il nord e il sud della penisola in modo da garantire un aumento del flusso di energia dalle aree in cui, attualmente, c’è maggiore disponibilità della risorsa (per esempio, dalla Puglia che è una delle regioni con il maggior tasso di presenza delle rinnovabili), verso le zone del paese in cui si registra il picco di consumi.
Terna stringe sulla rete nazionale, dunque, ma è pronta ad accelerare anche sulle interconnessioni con l’estero che saranno, come detto, una delle tessere principali del piano di sviluppo 2018, a cominciare dal nuovo elettrodotto Piossasco-Grand’Ile tra Italia e Francia. Con la firma del finanziamento da 130 milioni di euro da parte della Banca europea per gli investimenti (Bei) per la parte pubblica del progetto e l’accordo con gli energivori per quella privata, la società ha messo a segno nelle scorse settimane due passaggi fondamentali per l’opera che entrerà in servizio nel 2019 e che prevede nel complesso una capacità di scambio sulla frontiera di 1200 megawatt: con i suoi 190 chilometri, equamente distribuiti sul territorio italiano e quello francese, sarà il più lungo elettrodotto in corrente continua al mondo in cavo, completamente integrato con il sistema infrastrutturale di trasporto e risulterà di fatto invisibile. Il nuovo piano ribadirà quindi l’ulteriore sviluppo delle interconnessioni: tra questi progetti, oltre alla Francia, ci sarà anche il cavo con il Montenegro, già inserito nel piano 2017, che sarà completato anch’esso nel 2019 e che avrà una lunghezza di 455 chilometri (dei quali 433 sottomarini). Quanto alla nuova linea con la Tunisia, come aveva sottolineato lo stesso ceo nell’intervista, sarà richiesto un contributo all’Unione Europea che potrebbe materializzarsi a inizio 2018.
FONTEIlSole24Ore

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