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martedì 31 ottobre 2017

Lattonedil fornisce pannelli isolanti per abitazioni, industrie, settore agricolo, fotovoltaico e contract

Lattonedil, dal 1969 a Carimate per offrire i migliori pannelli in polistirene e metallo, isolanti, ignifughi e adatti ad ogni necessità dei settori residenziale, industriale, fotovoltaico, agricolo e contract.

Dobbiamo pensare alle nostre abitazioni come se fossero degli esseri viventi, esse infatti respirano, subiscono variazioni di temperatura, traspirano.
Per prevenire invecchiamenti ed evitare infiltrazioni di nitriti e materie nocive è necessario seguirle e curarle in modo adeguato.
Lattonedil, dal 1969 pensa proprio alle vostre case, producendo pannelli per cappotti e coperture,
pannelli isolanti, termoisolanti, ignifughi e molto altro.

pannelli isolanti

Pannelli isolanti Lattonedil, la qualità dei migliori materiali

Lattonedil produce una vasta gamma di pannelli termoisolanti e per copertura, utilizzati nel settore residenziale, industriale, fotovoltaico, agricolo e contract, realizzati in diversi materiali, certificati e sicuri.
I pannelli isolanti in poliisocianurato PIR sono pensati per essere utilizzati all'interno di pareti che necessitano un importante resistenza alle fiamme e al calore, i pannelli termoisolanti in polistirene espanso sinterizzato autoestinguente, assicurano un'adeguata ventilazione garantendo un costante flusso d'aria, i pannelli isolanti in poliuretano espanso PUR vengono utilizzati in edilizia industrializzata per la loro alta qualità abbinata a un prezzo competitivo.
Qualsiasi sia la tua esigenza rivolgiti agli specialisti di Lattonedil, sapranno fornirti tutte le risposte di cui hai bisogno.

I pannelli isolanti Lattonedil sono garantiti fino a 30 anni

Grazie alle materie prime della massima qualità, Lattonedil si impegna da quasi 50 anni a qualificare i prodotto commercializzati, effettuando inoltre rigidi controlli qualità sulle realizzazioni.
Insieme ai pannelli venduti viene consegnato un certificato che ne comprova i test effettuati dal laboratorio interno. L'azienda di Carimate ha ottenuto le certificazioni CE di conformità di produzione, che garantisce qualità e sicurezza.
Lattonedil inoltre garantisce il mantenimento dello stato di integrità originale fino a 30 anni per i suoi prodotti, secondo le loro caratteristiche tecniche specifiche.
Scegli i pannelli in polistirene, metallo ed altri materiali di assoluta qualità di Lattonedil, e proteggi la tua casa.

lunedì 30 ottobre 2017

Tecnoformazione ti offre i migliori corsi sulla sicurezza sul lavoro

Tecnoformazione la piattaforma di e-learning di Tecnologie d’Impresa che ti offre i migliori corsi sulla sicurezza sul lavoro da seguire a distanza.
  Tecnoformazione
Tramite Tecnoformazione, la nostra piattaforma di formazione, potete accedere ai migliori corsi online sulla sicurezza per ricevere le conoscenze adeguate ed essere informati sui pericoli, i rischi, le norme e... tutto il mondo della sicurezza.
La vostra azienda è davvero al sicuro? Vi spieghiamo la 231: cos'è e perché è importante sia che siate dipendenti sia che siate imprenditori.
Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 9132/2017) ha analizzato alcune questioni relative alla responsabilità amministrativa degli enti a fronte di reati in materia ambientale e deleghe di funzione. Si tratta di uno dei pochi casi dove una società viene condannata ai sensi del D.Lgs. 231/01 a fronte di un reato presupposto in materia ambientale.

Tecnoformazione, piattaforma per corsi a distanza spiega cos'è la 231

Il D.Lgs. 231 del 2001 ha istituito una particolare forma di responsabilità applicabile agli enti, quindi società (piccole, medie e grandi), associazioni, fondazioni, onlus, ecc ma anche imprese artigiane ed individuali.
Il decreto si applica in presenza di un reato commesso da un soggetto facente parte dell'ente - un dipendente, un socio, un amministratore, il titolare stesso - qualora sia rilevabile che l'illecito è stato commesso nell'interesse e a vantaggio dell'ente stesso, tanto più che la società può essere chiamata a risponderne insieme al soggetto responsabile.

I reati e le sanzioni: scoprile con i corsi di formazione sulla sicurezza

I reati si dividono in societari (corruzione, malversazione di fondi pubblici, reati societari, impiego di cittadini stranieri irregolari, riciclaggio, ricettazione, contraffazione di marchi o segni distintivi altrui), ambientali (gestione illecita di rifiuti, scarichi abusivi, inquinamento ambientale), sicurezza sul lavoro (infortunio mortale, lesioni personali gravi o gravissime), per questi reati sono previste sanzioni pecuniarie e/o interdittive.
A questo link trovate raccolti i casi italiani legati alla 231, tra cui il tristemente noto caso della ThyssenKrupp.
http://www.lostudioldg.it/i-casi-italiani.
Se volete approfondire vi consigliamo la nostra piattaforma Tecnoformazione per partecipare ad uno dei nostri corsi sulla sicurezza sul lavoro, anche a distanza!

venerdì 27 ottobre 2017

Il rifiuto alla trasfusione nell'adulto: quali prospettive? #BloodSave2017


A Padova il 24 novembre il Ministero della Salute promuove «BSave 2017»,
tavola rotonda con i maggiori esperti italiani di diritto, medicina legale e «bloodless medicine»
Obiettivo: il rispetto del paziente, migliorare i risultati clinici e risparmiare denaro pubblico.



Negli ultimi anni sempre più pazienti rifiutano il trattamento trasfusionale con emocomponenti. I cosiddetti pazienti «bloodless» (così vengono chiamati nella letteratura scientifica internazionale) non sono più soltanto i Jehovah’s Witnesses (JW, i Testimoni di Geova), ma anche pazienti che non adducono motivi di tipo religioso o spirituale, i quali desiderano evitare quello che Natureha recentemente definito il «trapianto liquido», con tutte le sue evidenze scientifiche di immunodepressione e sovraccarico cardio-polmonare, in quanto «la trasfusione di sangue più sicura è quella che non viene somministrata» (Save blood, save lives – Nature, Vol 520, 2 April 2015, pp. 24-26).
Ma non è solo Nature a denunciare l’abuso del trattamento emotrasfusionale da parte dei medici di tutto il mondo: negli ultimi anni si è registrata un’imponente produzione bibliografica internazionale in merito alla trasfusione di emocomponenti e ai suoi risultati clinci. Studi su ampi campioni di popolazione e metanalisi hanno correlato la somministrazione di trasfusioni di componenti ematici ad un aumento della mortalità, morbilità, degenza ospedaliera e delle infezioni  nosocomiali a fronte di una limitata capacità di trasporto di ossigeno delle emazie conservate. Inoltre, strategie cliniche che fanno ampio uso di trasfusioni al netto dei costi rappresentano un grande spreco di denaro per gli ospedali.
Se n’è accorta anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità che, sulla base di tali consolidate evidenze coniugate ad un elevato costo economico per utilizzo e gestione degli emocomponenti  ed alle sempre maggiori difficoltà di approvvigionamento di materiale ematico sicuro, dal 2010 promuove il programma di Patient Blood Management (PBM) approvando una risoluzione vincolante per gli stati membri (WHA63.12, 21.05.2010): non è solo il «buon uso del sangue», ma si tratta di una strategia multidisciplinare e multimodale che mette al centro la salute e la sicurezza del paziente, ottimizza la risorsa-sangue del singolo, migliora i risultati clinici e riduce in modo significativo l’utilizzo dei prodotti del sangue, affrontando tutti i fattori di rischio trasfusionale modificabili, ancor prima che sia necessario prendere in considerazione il ricorso alla terapia trasfusionale stessa.
Ecco che il medico, portatore di conoscenze e abilità capaci di curare e trattare patologie, è soggetto che diviene punto di incontro tra le richieste del paziente e nuove prospettive terapeutiche. Punto di incontro e… scontro. Nel nostro paese il PBM è ancora agli albori e poco diffuso: viene da tempo applicato sui pazienti bloodless in pochi centri di riferimento per pazienti JW, ma dovrebbe essere applicato a tutti i pazienti in modo capillare. Il programma viene recepito dal Ministero della salute nel 2015 e più recentemente un Decreto prevede che siano definiti e implementati, su tutto il territorio nazionale, specifici programmi di PBM sulla base di specifiche Linee Guida – sconosciute alla maggioranza dei medici italiani – emanate dal Centro Nazionale Sangue (CNS), organo dell’Istituto Superiore di Sanità.
Ma alle difficoltà cliniche si intrecciano le problematiche medico-legali: in Italia ancora non è stata approvata la legge sul testamento biologico, e tale mancanza crea disorientamento tra gli operatori. Pertanto, quali sono le prospettive anche in ambito medico-legale?
Bsave 2017, organizzato dalla sede di Medicina Legale del dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova con la partecipazione di COMLAS (Società Scientifica dei medici legali delle Aziende Sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale), si propone di analizzare il tema del rifiuto della trasfusione di emocomponenti da parte del paziente adulto, le relative implicazioni medico-legali, giuridiche e cliniche. La giornata si compone di una prima parte medico-legale e gestionale in cui sarà presentato il programma nazionale Patient Blood Management da parte del Centro Nazionale Sangue e di una seconda parte utile ad illustrare esperienze di elevato livello scientifico nell’assistenza medico chirurgica, attraverso l’impiego di strategie emoconservative. Particolare attenzione sarà posta alla presentazione di  modelli assistenziali di elevatissimo livello qualitativo per la gestione e prevenzione dell’anemia tramite risorse non ematiche, al fine di consentire l’attuazione di procedure medico-chirurgiche che garantiscano elevati standard di sicurezza per il paziente, senza il ricorso a trasfusioni di emocomponenti. L’evento è patrocinato da oltre 25 società e associazioni scientifiche nazionali, tra cui AIFA e Ministero della Salute.

Per info e iscrizioni: www.bsave.care


Il rifiuto alla trasfusione nell’adulto: quali prospettive? – BloodSave2017
Azienda Ospedaliera — Università di Padova
Policlinico Universitario
Aula Morgagni — Via N. Giustiniani 2, Padova

giovedì 26 ottobre 2017

Gruppo Hit: un Ponte di Ognissanti tra musica e magia

Nova Gorica, 26 ottobre 2017 - Dal fascino magnetico dell’illusionismo al ritmo irresistibile della salsa: al Perla Casinò & Hotel sta per iniziare una delle settimane più divertenti dell’anno. Il programma degli eventi speciali comincia martedì con la notte di Halloween per proseguire fino a domenica 5 novembre, approfittando delle festività legate al ponte di Ognissanti.

Primo appuntamento con Abrakadabra, spettacolo di magia che nella notte di Halloween e nella serata del 1° novembre trasporterà gli spettatori in un mondo irreale, popolato di figure e personaggi incantati: un’atmosfera fantastica, dove l’impossibile diventa possibile e la realtà bacia la fantasia. Un cocktail di illusioni ottiche, luci, suoni e oggetti incredibili, pronti a lasciare a “bocca aperta” anche i più scettici. Del resto, si sa che ad Halloween tutto può succedere!

Archiviate le suggestioni di Halloween, largo all’allegria tutta da ballare del Cuban Salsa Festival, una rassegna di eventi dedicati al grande ritmo della musica latinoamericana: ad inaugurare la kermesse giovedì 2 novembre sarà il concerto di Maykel Blanco Y Su Salsa Mayor, vero e proprio idolo all’Havana nonché uno dei “salseros” più famosi del mondo, attualmente in tour in tutta Europa. Dopo essersi esibito, tra gli altri, sui palchi di Milano, Parigi, Barcellona e Londra, Maykel Blanco e il suo gruppo Salsa Mayor porteranno il loro ritmo irresistibile all’Arena del Perla, pronta a lasciarsi coinvolgere in una vera e propria “fiesta latina” che continuerà per tutta la notte, con l’after party in discoteca. Il programma di eventi a ritmo di salsa continuerà venerdì 3 e sabato 4 novembre, con lo spettacolo di ballo “Salsa Show” alle 22:30, seguito dagli after party a tema in discoteca. 

Che sia per una serata o per l’intera durata del ponte, gli ospiti del Perla Casinò & Hotel avranno così la possibilità di trascorrere serate piacevoli in compagnia degli amici tra musica e magia, approfittando della proverbiale capacità di Hit Casinos di far sentire ogni ospite a casa sua.


mercoledì 25 ottobre 2017

LA COMUNITA' DI SCIENTOLOGY DI ROMA CELEBRA UNA NUOVA COPPIA DI SPOSI



Una giornata speciale per Simone e Melinda che oggi, domenica 22 ottobre, nella cornice spirituale della Cappella della Chiesa di Scientology di Roma, in via della Maglianella 375, hanno celebrato la loro unione in matrimonio, promettendosi devozione e lealtà.

            Alla presenza dei testimoni, parenti, amici e fedeli della locale comunità di Scientology, con un protocollo formalmente simile a quello di altre chiese, il ministro di Scientology ha ricordato ai neosposi le loro responsabilità nel costruire una relazione felice e prospera, grazie all'applicazione quotidiana dei principi della religione di Scientology, primo tra tutti, il Triangolo di ARC, ossia Affinità, Realtà e Comunicazione. Si tratta infatti di un principio fondamentale della religione di
Scientology.

            Il concetto di ARC è rappresentato da un triangolo. Gli scientologist si riferiscono ad esso come il Triangolo di ARC (pronunciato “Triangolo di A-R-C”). Il primo angolo del triangolo si chiama affinità. La parola affinità viene qui usata con il significato di “amore, simpatia o qualsiasi altro atteggiamento emotivo”.
            Il secondo angolo è chiamato realtà. La realtà potrebbe essere definita come “ciò che appare di essere”. É, alla fine, un accordo. Siamo d’accordo l’un con l’altro su ciò che è reale e ciò che non è reale.
            Il terzo punto è la comunicazione. Nei rapporti interpersonali, la comunicazione è più importante dell’affinità e della realtà.
            Questi tre angoli del triangolo sono in relazione tra loro, di modo che non si può alzare o abbassare un angolo senza influenzare anche gli altri. Senza un alto grado di simpatia e senza una base di accordo, non vi è alcuna comunicazione. Senza comunicazione e senza una base di risposta emozionale, non ci può essere alcuna realtà. Senza una base di accordo e senza comunicazione, non ci può essere affinità.
            Considerati insieme, affinità, realtà e comunicazione sono le componenti della comprensione.
            Questo può essere, senza alcun dubbio, fondamentale per una relazione come in un matrimonio. Se una coppia sposata mantiene un alto livello di comunicazione e di affinità tra loro, migliorano l’esistenza del loro matrimonio (cioè, la sua realtà). Se smettono di comunicare e non condividono più accordi comuni, il sentimento reciproco diminuirà e, in definitiva, non vi sarà più alcun matrimonio.
            Principi fondamentali di Scientology come questi, forniscono alla coppia informazioni pratiche che li aiuta ad avere una relazione di successo.

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lunedì 23 ottobre 2017

Prevenzione infezioni Europa: Fotografia e analisi dello scenario nazionale


Conseguenza di interventi chirurgici e terapeutici sempre più complessi in pazienti metabolicamente e immunologicamente più compromessi, le infezioni ospedaliere in Italia causano, ogni anno, più vittime degli incidenti stradali, oltre a costituire un fenomeno di notevole impatto socio-economico. Grazie al monitoraggio della loro incidenza, all’adozione di programmi di prevenzione nelle strutture sanitarie e all’innovazione tecnologica in sala operatoria, come l’utilizzo di suture con antibatterico, il 30% delle infezioni chirurgiche è, oggi, potenzialmente prevenibile ed evitabile. Fotografia e analisi dello scenario nazionale.



In tutto il mondo, le infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono l’evento avverso più frequente in sanità e costituiscono la complicanza più frequente e grave nella cura di pazienti ospedalizzati. Una problematica rilevante seppure ancora misconosciuta, soprattutto a livello media, che solo in Italia causa, ogni anno, più vittime degli incidenti stradali: 4.500-7.000 decessi contro 3.419 vittime della strada (dati 2015).
Sotto il termine di ICA, o più in generale di infezioni ospedaliere, rientra qualsiasi tipo di infezione che può occorrere durante il ricovero in ospedale, o anche dopo le dimissioni di un paziente, del quale, al momento dell’ingresso nella struttura sanitaria, non c’era né manifestazione clinica, né incubazione. In Italia, non esiste un sistema stabile di sorveglianza delle infezioni ospedaliere, ma sono stati condotti numerosi studi multicentrici di prevalenza, sulla base dei quali si stima che, ogni anno, circa il 5-8% dei pazienti ricoverati contragga un’infezione ospedaliera, ovvero si verifichino 450-700 mila casi dovuti soprattutto a infezioni urinarie, seguite da infezioni della ferita chirurgica, polmoniti e sepsi. Le ICA non costituiscono solo un problema sanitario, ma anche un fenomeno di notevole impatto socio economico: con un costo correlato ad una singola infezione ospedaliera di circa € 9.000 – 10.500. Complessivamente, l’impatto economico delle ICA sul Sistema Sanitario Nazionale è superiore a un miliardo di Euro l’anno, con un prolungamento della degenza pari al 7,5-10% delle giornate di ricovero. In questo scenario, le SSI (Surgical Site Infections) sono tra le più costose. Complessivamente, il 30% delle ICA (135 – 210 mila casi) è potenzialmente prevenibile ed evitabile.

In Italia la prevalenza delle infezioni chirurgiche è più alta rispetto a molti altri Paesi europei (6.3% in acuto e 6.1 nelle RSA) tale da collocare il nostro paese prima del Regno Unito, della Germania e della Francia. Anche per questo è fondamentale stimare il peso economico delle infezioni ospedaliere in Italia. Analizzare i costi ad esse correlati, mediante database amministrativi, è stato lo scopo della ricerca “Burden economico delle infezioni ospedaliere in Italia”, realizzata dal Prof. Francesco Saverio Mennini, Research Director CEIS Economic Evaluation and HTA (EEHTA), Facoltà di Economia, Università di Roma Tor Vergata. Fonte dei dati sono state le Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO nazionali) e le Schede di Dimissione Ospedaliera Regionale. Le infezioni ospedaliere sono state individuate mediante i codici ICD9CM di diagnosi, selezionando così tutti i ricoveri acuti, in regime ordinario, che presentavano in diagnosi principale o secondaria uno dei codici ICD9CM individuati, con data di dimissione compresa tra il 1 gennaio 2006 ed il 31 dicembre 2014. «La prospettiva del nostro studio – precisa Mennini – è stata quella di mettere in luce quanto pesano, in termini di impatto economico diretto e indiretto, le ICA in Italia, sia dal punto di vista della salute del paziente, sia della loro incidenza sul SSN. Partendo dal presupposto che, come prova lo studio, le infezioni ospedaliere compaiano in circa 3 casi ogni 1.000 ricoveri acuti in regime ordinario, la loro valorizzazione mediante valutazione delle giornate aggiuntive per singolo DRG ha comportato una stima media annua di € 69,1 milioni. Mentre la valorizzazione delle ICA mediante DRG specifici (418 e 579) ha comportato una stima media annua di € 21,8 milioni. Numeri che devono far riflettere soprattutto sul tema dell’appropriatezza, cioè sull’adozione di misure innovative, come trattamenti e device tecnologici, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’assistenza nel limite delle risorse disponibili. La nostra indagine è proseguita andando ad includere i costi per le visite specialistiche ambulatoriali e per la spesa farmaceutica sempre relativa ai pazienti dimessi dopo una ICA, ma il nostro vero auspicio è quello di realizzare un Osservatorio permanente sulle infezioni ospedaliere, in collaborazione anche con il Ministero della Salute. Una struttura di controllo che possa monitorare annualmente il quadro nazionale delle ICA, mettendo in luce quanto il criterio dell’appropriatezza, si pensi ad esempio in termini di ricoveri e di innovazione tecnologica, può fare per contenere il problema».
Nel caso delle infezioni ospedaliere, i microrganismi che penetrano all’interno del paziente vivono in una struttura che ha subìto una modificazione dal punto di vista microbiologico. Ecologicamente, quegli stessi microrganismi che stanno nelle strutture sanitarie sono ‘diversi’, perché hanno subìto la pressione selettiva da parte delle terapie antibiotiche effettuate. In ospedale, soprattutto nei reparti critici, dove si fa largo uso di antibiotici, ci sono dei microrganismi ‘resistenti’, ovvero che resistono al farmaco d’elezione che dovrebbe debellarli, tanto che oggi si stima che il 16% delle infezioni nosocomiali sia causata da batteri ‘resistenti’, il che rende più complesso il trattamento e la guarigione.

In questo ambito, i pazienti chirurgici rappresentano una categoria molto significativa a livello globale, infatti, il 32% delle infezioni nosocomiali è un’infezione chirurgica (SSI), conseguenza di interventi chirurgici e terapeutici più complessi in pazienti metabolicamente e immunologicamente più compromessi, come spiega Marco Montorsi, Responsabile di Unità Operativa Chirurgia generale e digestiva Humanitas Research Hospital e Presidente della Società Italiana di Chirurgia: «gli interventi di alta chirurgia a maggior rischio di infezioni sono quelli nei quali coesistono alcuni riconosciuti fattori di rischio sia legati al paziente (ad esempio elevato BMI, Diabete Mellito di tipo 1 non controllato, dialisi, terapia corticosteroidea/immunosoppressiva), che fattori di rischio legati alla procedura (durata dell’intervento, ipotermia, intervento d’urgenza, chirurgia viscerale specie colo rettale, chirurgia complessa, re-interventi , chirurgia su tessuti irradiati). In generale, sono gli interventi di chirurgia oncologica addominale complessa che prevedono resezioni intestinali a essere maggiormente a rischio di SSI».
I pazienti che contraggono una SSI sono 5 volte più esposti al rischio di una nuova ospedalizzazione, 2 volte più esposti al rischio di degenza in una unità di terapia intensiva e 2 volte più esposti al rischio di morte. L’OMS sottolinea infatti come queste infezioni, causate dalle incisioni fatte durante gli interventi chirurgici, mettano a rischio la vita di milioni di pazienti ogni anno.
Le SSI sono, inoltre, le ICA più frequenti e le più onerose. Ogni SSI è stata associata approssimativamente a una degenza postoperatoria aggiuntiva di circa 7-11 giorni. Il 77% dei decessi nei pazienti con SSI sono attribuibili direttamente all’episodio infettivo. «Causate da microrganismi presenti nell’ambiente, che solitamente non danno luogo a infezioni, le SSI insorgono più frequentemente in pazienti ad alto rischio sottoposti a chirurgia addominale durante il ricovero o, in qualche caso, anche dopo la dimissione e possono avere diverso grado di gravità, fino ad essere letali – precisa Enrico Opocher, Direttore del reparto di Chirurgia Epato-Bilio-Pancreatica e Digestiva – Ospedale San Paolo di Milano –. Per questo è fondamentale, abbattere il rischio di contrarre un’infezione adottando, fin dall’ingresso in sala operatoria, una serie di correttivi che vanno ad intervenire sui fattori di rischio modificabili, come suggerito dalle raccomandazioni dell’OMS nelle ‘Global Guidelines for the Prevention of Surgical Site Infection’ elaborate nel 2016. Tra questi l’antisepsi della cute tramite il lavaggio accurato delle mani, la corretta profilassi antibiotica, l’utilizzo di soluzioni antisettiche a base di clorexidina per la preparazione del sito chirurgico e le suture rivestite con antibatterico (Triclosan). Seguendo, infatti, delle semplici misure di controllo è possibile abbattere di un terzo l’insorgenza delle SSI».

Elaborate per migliorare la lotta contro le SSI e, globalmente, la sicurezza la qualità e la sostenibilità dei sistemi sanitari, le nuove ‘Global Guidelines for the Prevention of Surgical Site Infection’ dell’OMS sono state pubblicate su “The Lancet Infectious Diseases” il 3 novembre 2016 e includono un elenco di 29 raccomandazioni concrete, stilate da 20 dei maggiori esperti mondiali, frutto di 27 revisioni sistematiche, condotte tra il 2013 e il 2015, per fornire evidenze di supporto allo sviluppo di tali raccomandazioni. Le linee guida comprendono 13 raccomandazioni per il periodo che precede l’intervento chirurgico, e 16 per la prevenzione delle infezioni durante e dopo l’intervento. Una di queste raccomandazioni riguarda, nello specifico, l’utilizzo di suture rivestite con triclosan al fine di ridurre il rischio di SSI indipendentemente dal tipo di intervento. Il Triclosan è un antibatterico efficace, ben tollerato e sicuro, che distrugge le membrane cellulari dei batteri (quindi è battericida sia su Gram + che -) ed è attivo anche su miceti, micobatteri e spore. Le suture con antibatterico, quindi, non solo non rappresentano più un fattore che contribuisce all’eventuale insorgenza di un’infezione della ferita chirurgica, ma riescono, infatti, a diminuire di circa il 30% il numero di batteri a livello di incisione chirurgica dove la maggior parte delle infezioni postoperatorie hanno origine, riducendo significativamente anche l’adesione dei batteri alla sutura. Con importanti conseguenze anche sulla spesa ospedaliera di gestione delle infezioni del sito chirurgico. Alle raccomandazioni dell’OMS, si aggiungono altre evidenze scientifiche a supporto del valore delle suture con antibatterico (triclosan) rispetto a quelli comuni, anche “The Centers for Disease Control and Prevention Updated Guideline” e la valutazione EUNetHTA, la rete europea per la valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technologies Assessments – HTA). In particolare, l’aggiornamento della Centers for Disease Control and Prevention Guideline for the Prevention of Surgical Site Infection, pubblicato nel 2017, consiglia di utilizzare il filo da sutura rivestito di Triclosan, per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico (raccomandazione 2.C, Nonparenteral Antimicrobial Prophylaxis). Questa valutazione viene sostenuta anche da EUnetHTA, nelle conclusioni del documento “Antibacterial-coated sutures versus non-antibacterial coated sutures for the prevention of abdominal, superficial and deep incisional, surgical site infection (SSI). L’analisi di diversi studi ha infatti evidenziato una diminuzione di infezioni del sito chirurgico, con l’utilizzo di filo da sutura rivestito con Triclosan.
Le infezioni correlate all’assistenza costituiscono, dunque, un duplice problema per la sanità pubblica, legato sia agli aspetti di umanizzazione delle cure, sia di risk management. Infatti, oltre agli effetti dannosi sulla salute dei pazienti, a compromettere la qualità del servizio, le infezioni comportano l’allungamento dei tempi di cura con la somministrazione di ulteriori terapie, aumentando i costi diretti ed indiretti dell’assistenza ed evolvendo talvolta in sinistri con responsabilità civile o penale. «La gestione del rischio clinico in sanità, di cui le infezioni chirurgiche (ICA) costituiscono un elemento importante, è l’insieme delle azioni messe in atto per misurare i fenomeni, comprenderne le cause e migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie al fine di garantire la sicurezza dei pazienti – spiega Enrico Burato, Direttore SC Qualità Accreditamento Risk Management Ospedale Carlo Poma, Mantova e componente dal 2005 del Gruppo di lavoro di risk management in Regione Lombardia–. Si tratta di un compito complesso che richiede di attuare misure sia preventive che correttive ed una capacità di creare rete tra tutti gli stakeholders interessati dal fenomeno. Compito del Risk Manager è, quindi, quello di individuare gli strumenti per valutare e governare i rischi, ricercandone i miglioramenti nel sistema di gestione complessivo, sviluppando strumenti efficienti e identificando le conseguenze sanitarie ed economiche derivanti dall’esposizione al rischio stesso dei pazienti. Oggi in Regione Lombardia la prevenzione e il controllo delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria sono un obiettivo prioritario di sanità pubblica e di miglioramento della qualità delle prestazioni di ricovero e cura che deve essere perseguito con una logica di sistema e con la collaborazione di tutte le figure professionale interessate dal problema all’interno di ogni singola struttura sanitaria».
Un impegno multidisciplinare in cui si inserisce di diritto anche il farmacista ospedaliero, la cui funzione oggi sta cambiando radicalmente, come precisa Mario Giacomo Cavallazzi, Specialista in Farmacia Ospedaliera I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi: «si tratta di un professionista chiamato a coniugare la necessità di migliorare l’assistenza al paziente, il monitoraggio dell’appropriatezza dell’uso di farmaci e dispositivi medici e la capacità di razionalizzare i costi. Il farmacista ospedaliero opera quindi in stretta collaborazione con il medico avendo come riferimento centrale la patologia, l’assistenza, il percorso di cura e il benessere del paziente, garantendo un uso sicuro ed efficace del farmaco e l’ottimizzazione dell’appropriatezza e aderenza della terapia, attraverso un miglioramento del processo di valutazione, acquisizione, prescrizione e uso razionale dei farmaci e dei dispositivi medici. Partecipando attivamente anche al processo di acquisizione di farmaci e device innovativi all’interno dell’organizzazione sanitaria, il farmacista è il riferimento per la valutazione delle nuove cure attraverso l’analisi farmacoeconomica degli interventi».

Jazz al Vinyl di Lamezia con Andrea Infusino quartet e Between 3&4

Venerdi' 27 ottobre 2017 alle ore 22, si terra' il concerto presentazione del lavoro discografico "Between 3&4" di Andrea Infusino, presso il jazz club Vinyl, Lamezia Terme.
Il jazz club Vinyl di Lamezia e' un punto di riferimento nella citta' e nella regione per la musica di qualita', offrendo una vasta gamma di eventi e progetti musicali in una location curata appositamente per l'ascolto. Gia' numerosi artisti hanno composto il cartellone del locale, grazie a collaborazioni fra artisti locali e artisti di caratura nazionale, che hanno reso l'offerta del Vinyl sempre interessante e attuale.
Andrea Infusino Quartet nasce nel 2014 come progetto che propone jazz moderno e originale. Il sound dei brani e del gruppo si rifa' alle esperienze accademiche e concertistiche con chiari riferimenti al bebop, all’hard bop e al jazz modale. Nel format sono presenti riferimenti e citazioni ai colossi del jazz come John Coltrane, Joe Henderson, Wes Montgomery, Jimmy Smith recuperandone l’eredita' in un progetto musicale fresco e innovativo che coniuga il glorioso passato del jazz con l’innovazione e la modernita'.
Non mancano, inoltre, influenze e suoni mediterranei con l’introduzione di strumenti quali l’oud o piano elettrico che si mescolano all’approccio fortemente jazzistico delle improvvisazioni. Grazie alla filosofia di forte coesione e di ascolto reciproco, il gruppo riesce a spaziare da momenti di chiaro senso ritmico al free jazz che caratterizzano maggiormente i brani. L’interplay e' il leitmotiv di ciascun brano che consente al gruppo deviazioni inaspettate e sempre originali, elevando i momenti musicali ad esperienze uniche d’ascolto.
Edito da Emme Record Label la formazione ha inciso il primo disco di Jazz, con composizioni originali, ad aprile 2017. Il disco e' in promozione e vendita da settembre 2017 nei negozi e sui migliori negozi e piattaforme online.
I componenti del gruppo e del disco sono:
  • ANDREA INFUSINO: guitar & composer
  • MARCO ROSSIN: sax
  • FABIO GUAGLIARDI: organ
  • MANOLITO CORTESE: drums

domenica 22 ottobre 2017

Daiichi Sankyo: “Ictus: conoscerlo per prevenirlo”, 23 ottobre 2017

Giornata Mondiale contro l’Ictus 2017. Giornata di screening gratuiti e prevenzione


Roma, 20 ottobre 2017 –
 Con il Patrocinio della Provincia di Frosinone, il supporto di A.L.I.Ce. Italia Onlus, il contributo non condizionato di Daiichi Sankyo Italia e il sostegno di medici specializzati, lunedì 23 ottobre, presso il Salone di Rappresentanza del Palazzo della Provincia di Frosinone, dalle ore 10 alle 16, sarà possibile effettuare gratuitamente un elettrocardiogramma e avere maggiori informazioni su fattori di rischio, sintomi, conseguenze e prevenzione dell’ictus, partecipando all’evento “Giornata Mondiale Contro l’Ictus cerebrale, conoscerlo per prevenirlo”. L’iniziativa è realizzata in vista della nuova apertura della Stroke Unit di Frosinone e della sezione locale dell’Associazione.

L’ictus, un’emergenza europea
L’ictus è una lesione cerebro-vascolare causata dall’interruzione del flusso di sangue al cervello dovuta a un’ostruzione (causata da trombi) o alla rottura di un’arteria. Con l’interruzione dell’afflusso di sangue anche per pochi minuti, i neuroni, privati dell’ossigeno, iniziano a morire, con conseguenze spesso letali o permanenti che producono un forte impatto nella vita quotidiana dei sopravvissuti e delle loro famiglie.  I danni cerebrali dell’ictus possono infatti compromettere la mobilità, la visione e la capacità di articolare i discorsi di chi ne è colpito, causando inoltre depressione e problemi cognitivi quali perdita di memoria e cambiamenti di personalità.
Secondo l’ultimo rapporto UE sull’impatto dello Stroke, ogni anno 17 milioni di persone nel mondo sono colpite da ictus, eppure il 90% di essi è causato da fattori di rischio modificabili e reversibili quali ipertensione, ipercolesterolemia, fumo, obesità, fibrillazione atriale e diabete. In Italia l’incidenza dell’ictus è pari al 22%, ma le percentuali relative alla presenza dei principali fattori di rischio a causa di uno stile di vita sbagliato, sono allarmanti: il 62% degli italiani, infatti, soffre di ipercolesterolemia, il 28% rischia a causa dell’ipertensione e il 24% a causa del fumo.
L’ictus rappresenta la seconda causa di morte nel mondo e una delle principali cause di disabilità fisica negli adulti. In Europa, a causa dell’invecchiamento della popolazione, si stima che tra il 2015 e il 2035 nel complesso si verificherà un aumento del 34% del numero totale di eventi, i decessi per ictus nello stesso periodo aumenteranno del 45% e la percentuale di persone che convivranno con l’ictus come condizione cronica salirà del 25%.  L’onere economico complessivo legato a questa patologia, compresi i costi sanitari e quelli non sanitari, è stato di 45 miliardi di Euro nel 2012 ed è destinato ad aumentare drasticamente nei prossimi 20 anni.

La campagna di sensibilizzazione #FacciamociSentire di Daiichi Sankyo Italia
#FacciamociSentire è la nuova campagna permanente di sensibilizzazione sulle malattie cerebro- cardiovascolari di Daiichi Sankyo Italia. Iniziata lo scorso settembre con un flash mob a Roma con ballerini e bonghi che hanno richiamato l’attenzione dei passanti sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce della fibrillazione atriale, ha poi coinvolto anche i dipendenti della casa farmaceutica, con post, foto e info pubblicati sui profili personali dei più importanti social network. In occasione della Giornata Mondiale contro l’ictus cerebrale, la campagna prosegue nei luoghi virtuali e contemporaneamente torna “sul campo”, supportando iniziative locali di prevenzione, educazione e controllo dei fattori di rischio attraverso screening gratuiti, con l’obiettivo di raggiungere le piazze di tutta Italia. “La nostra azienda si è sempre impegnata nella sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. Quest’anno abbiamo reso i nostri dipendenti ambasciatori sui social media, ma un’azione capillare e proattiva sul territorio resta di vitale importanza. Intendiamo quindi partecipare ad un percorso educativo itinerante, dando il nostro contributo incondizionato a valide iniziative create da enti ed associazioni locali durante le diverse giornate di sensibilizzazione. Siamo quindi molto felici di iniziare questo nuovo viaggio dal Lazio, supportando la provincia di Frosinone per la giornata mondiale contro l’ictus”, spiega Massimo Grandi, Presidente e Amministratore Delegato di Daiichi Sankyo Italia.
Per maggiori info visita la pagina facebook e il canale youtube ufficiale “Cura il tuo Cuore


FonteDaiichi Sankyo

venerdì 20 ottobre 2017

Scegli le stanze a tema di Silk Motel, il motel a ore vicino Milano con tanti servizi per te

Silk Motel è la soluzione ideale se cerchi un motel vicino Milano, Bergamo o Torino. Situato a San Martino In Strada (Lodi), Silk Motel ti offre una vasta scelta di camere, suite, supersuite, camere deluxe e dungeon con spa e tanti servizi.

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Il Motel a ore vicino Milano: scopri cosa ti offre Silk Motel

Silk Motel, il motel a tema tra Torino, Milano e Bergamo, ti dà la possibilità di alloggiare in una Suite, una Suite Spa, una Supersuite o un Deluxe Dungeon e ti offre tutti i comfort e servizi di cui hai bisogno.
Le camere sono ampie e dispongono di uno o più comodi letti, posti in un'ambientazione speciale, TV LCD con pacchetti premium, idromassaggio, bagno turco, doccia thailandese e cascate disponibili con la scelta di specifiche stanze, frigobar, wi-fi gratuito, riscaldamento e aria condizionata autonoma e molto altro.
Ogni camera è totalmente insonorizzata, con luci soffuse, servizio in camera e garantisce massima privacy con check in effettuabile direttamente dall'autovettura e parcheggio privato fronte camera dotato di chiusura a tenda. Per permanenze superiori alle 12 ore è possibile richiedere la colazione servita direttamente in camera inclusa nel prezzo.
L'accesso a Silk Motel è consentito esclusivamente a persone che abbiano compiuto 18 anni e dotate di documento di identità.
Il set di cortesia composto da shampoo doccia, gel intimo, sapone neutro, cuffia per capelli, ciabatte monouso, dentifricio e spazzolino è presente in ogni camera, accappatoi a nido d'ape disponibili solo per le Suite, Suite Spa e Supersuite.

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giovedì 19 ottobre 2017

Studio Legale Malinconico: principali esperienze professionali del titolare Carlo Malinconico

Avvocato e Professore, Carlo Malinconico si è distinto nel corso della sua carriera per aver ricoperto diverse cariche all'interno della Pubblica Amministrazione e per l'attività dello Studio Legale Malinconico, vincitore nel 2015 e nel 2017 del Premio "Le Fonti".

Carlo Malinconico: profilo e attività dello Studio Legale Malinconico

Carlo MalinconicoProtagonista di una carriera di rilievo in ambito giuridico e istituzionale, l'avvocato Carlo Malinconico nel 2003 si mette in proprio dando vita allo Studio Legale Malinconico. Si tratta di uno dei traguardi più importanti nel percorso professionale del legale: non a caso la sua attività ha vinto per ben due volte il Premio internazionale "Le Fonti". Riconosciuto nel 2015 "boutique di eccellenza dell'anno nel settore del diritto amministrativo", quest'anno ha trionfato nella categoria "Boutique di Eccellenza nel Diritto dei Trasporti". Lo Studio Legale Malinconico garantisce infatti assistenza legale ad amministrazioni pubbliche, persone fisiche e a imprese pubbliche e private su questioni relative al diritto amministrativo, civile dei contratti e dei danni, comunitario, penale amministrativo. Nello specifico si occupa anche di Antitrust e tutela del consumatore, norme in materia di energia e servizi pubblici, ambiente, telecomunicazioni e concessioni autostradali. Il team di legali coordinato dall'avvocato Carlo Malinconico fornisce consulenze approfondite, frutto di un'attenta valutazione: per assicurarne la qualità, ha costruito nel tempo una solida rete di partner di cui si avvale attualmente nell'ottica di conseguire per la sua clientela risultati di primo livello.

Carlo Malinconico: il ritratto professionale del titolare dello Studio Legale Malinconico

Insegnamento e attività giuridica contraddistinguono il percorso professionale dell'avvocato Carlo Malinconico, fondatore e titolare dello Studio Legale Malinconico. Si laurea in Giurisprudenza all'Università "Statale" di Milano nel 1972, diventando Avvocato dello Stato dopo il superamento dei concorsi pubblici in magistratura e a Procuratore dello Stato. Nel 1985 1984 partecipa a un altro concorso che gli permette di ottenere la nomina di Consigliere di Stato. Nel 2003 fonda il proprio studio legale che guida ancora oggi. Carlo Malinconico, insignito nel 2016 del Premio "Le Fonti" come Avvocato dell'anno nel settore del diritto amministrativo, opera anche in ambito istituzionale: in quarant'anni di carriera ha ricoperto diversi ruolo di rilievo: Capo del Dipartimento degli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri (1996 - 2001), Direttore generale dell'Autorità dell'energia elettrica e del gas (2002), Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Governo Prodi II (2006 - 2008) e Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all'editoria, agli affari regionali e al coordinamento amministrativo durante il Governo Monti (2011 - 2013). Il legale ha inoltre presieduto tra il 2008 e il 2011 la Federazione Italiana Editori Giornali. A partire dal 2002 Carlo Malinconico si dedica alla docenza insegnando inizialmente presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Udine e poi a quella di Roma "Tor Vergata". Attualmente è titolare di un corso sulle Autorità amministrative indipendenti presso la Cattedra di diritto costituzionale dell'Università degli Studi di Salerno e di un modulo sulla regolamentazione dei trasporti al Master in diritto dei trasporti dell'Universitas Mercatorum.

mercoledì 18 ottobre 2017

PSICOFARMACI: LA CORRETTA INFORMAZIONE PER COMBATTERNE L'ABUSO, L'ASSUNZIONE DISINFORMATA E RENDERE IL “CONSENSO INFORMATO” UNA REALTA'.



 Il difficile frangente sociale degli ultimi tempi ha fatto registrare un aumento del consumo di psicofarmaci.
 Roma, 18 ottobre 2017 . Dallo studio Ipsad (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs) condotto dallIstituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, emerge che 11 milioni di italiani ne fanno uso. Ma possibile che si debba medicalizzare la tristezza e che non ci siano alternative? Su cosa sono basate le diagnosi psichiatriche che portano alla prescrizione dello psicofarmaco?

Per fornire informazioni su questi temi, i volontari romani del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) hanno dato il via ad una serie di iniziative di informazione con la diffusione dell'opuscolo Tutto quello che dovresti sapere sugli psicofarmaci. Domenica 22 ottobre infatti li vedremo allopera nella zona di Torrevecchia con lo scopo di raggiungere  centinaia di cittadini e permettere loro di avere  la corretta informazione e la conoscenza del loro diritto alconsenso informato.

In particolare nelle pubblicazioni si espone  a chiare lettere che nella medicina generale, lo standard per il “consenso informato” include comunicare la natura della diagnosi, lo scopo di un trattamento o di una procedura proposti, i rischi e i benefici del trattamento proposto, e informare il paziente su terapie alternative così che questi possa fare una scelta consapevole. Gli psichiatri normalmente non informano i pazienti dei trattamenti in cui non sia necessario l’uso di farmaci, né tanto meno prescrivono sufficienti analisi mediche per poter escludere che il loro problema non sia dovuto a una condizione fisica mai curata che si manifesta come sintomo “psichiatrico”. Non informano accuratamente i pazienti sulla natura delle diagnosi che richiederebbero informare il paziente sul fatto che le diagnosi psichiatriche sono del tutto soggettive (basate solo sul comportamento) e non hanno validità scientifico/medica (niente raggi X, esame del cervello, test di squilibrio chimico che dimostrino se qualcuno ha un disturbo mentale).
Tutti i pazienti dovrebbero avere quella che viene chiamata una “diagnosi differenziale”. Il medico si procura i dati completi e conduce un esame fisico completo, esclude tutti i possibili problemi che potrebbero causare un insieme di sintomi e descrive gli eventuali effetti collaterali delle terapie consigliate.
Ci sono numerose alternative alle diagnosi e ai trattamenti psichiatrici, comprese cure mediche standard che non richiedono alcuna etichetta degradante e propriamente psichiatrica, né nessun farmaco che altera la mente.
Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus, è un'organizzazione di volontariato non a scopo di lucro, finalizzata a investigare e denunciare le violazioni psichiatriche dei diritti umani.
Il CCDU è stato fondato in Italia nel 1979 ed è diventato una Onlus nel 2004. Il Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani (CCDU) Onlus è una organizzazione indipendente ed è collegato ideologicamente al CCHR (Citizen Commission on Human Rights), che ha sede a Los Angeles.
Il CCHR International è stato fondato nel 1969 dalla Chiesa di Scientology e dal Professor Thomas Szasz, professore emerito di psichiatria all'Università di Syracuse, Stato di New York e autore di fama internazionale. A quel tempo le vittime della psichiatria erano una minoranza dimenticata, segregate in condizioni terribili nei manicomi sparsi nel mondo. In seguito a ciò, il CCHR elaborò una dichiarazione dei Diritti Umani sulla Salute Mentale che è diventata la linea guida per le riforme nel campo della salute mentale.

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