Centinaia le persone del popoloso quartiere di Casalotti che
hanno ricevuto l’opuscolo gratuito sugli effetti degli psicofarmaci grazie all’attività
dei volontari romani del CCDU.
Non lo dicono i soliti complottisti, ma alcune rispettabili
testate giornalistiche - come il Los Angeles Times e Reuters - nel riferire di
uno studio pubblicato in un'autorevole rivista medica (il PLOS Medicine)
secondo cui i giovani adulti di età compresa tra 15-24 hanno il 50% di
probabilità in più di essere condannati per reati gravi quando prendono
l'antidepressivo, rispetto a quando non erano in cura con questi psicofarmaci.
La lista dei reati include omicidio, aggressione, rapina, incendio doloso, sequestro
di persona, reati sessuali e altri crimini violenti.
Il legame tra psicofarmaci e atti di violenza è sempre stato
ignorato dai principali giornali, e se il Los Angeles Times decide di
occuparsene significa che non è proprio più possibile ignorarlo. Eppure il CCHR
- organizzazione USA legata al CCDU - lo dice da vent'anni. Già nel 1991 il
CCHR ha contribuito a organizzare udienze davanti alla Food and Drug
Administration (FDA - l'autorità statunitense per i farmaci) in cui vittime ed
esperti riuniti testimoniavano come gli inibitori selettivi della ricaptazione
di serotonina, (SSRI) causino non solo suicidio, ma anche violenza e omicidio.
La testimonianza dei genitori sui violenti suicidi dei loro bambini erano
sconvolgenti, ma nonostante i dati schiaccianti forniti da esperti e le
testimonianze dirette delle persone coinvolte, il comitato consultivo della FDA
(composto in maggioranza da persone che avevano conflitti d'interessi con le
multimilionarie aziende farmaceutiche) ha rifiutato di mettere in guardia il
pubblico sul legame tra antidepressivi e suicidio o altri comportamenti
violenti.
Come ci si aspettava, i suicidi e gli atti di violenza
continuarono ad aumentare fino a quando, un decennio dopo, la FDA è stata
ancora una volta costretta ad affrontare la questione. Questa volta, però, i
dati forniti dagli informatori all'interno del settore non potevano più essere
ignorati, e la FDA dovette ammettere le conseguenze mortali associate agli
SSRI, obbligando i produttori a stampare un avvertimento "a scatola
nera" (simile a quello visibile sui pacchetti di sigarette) circa il
collegamento tra antidepressivi e suicidi.
Il collegamento con violenza e omicidio, invece, ha continuato a
essere ignorato, e ancora oggi, nonostante una schiacciante evidenza (almeno 35
sparatorie nelle scuole e/o atti di violenza legati alla scuola sono stati
commessi da persone in cura con psicofarmaci - un totale di 169 feriti e 79
morti - e ben 22 avvertenze da parte di varie agenzie di regolamentazione a
livello internazionale) la FDA non ha ancora emesso avvisi "a scatola
nera" per violenza e omicidio.
Per quasi due decenni il CCHR ha preso l'iniziativa, richiedendo
i rapporti tossicologici dei killer scolastici e fornendo i dati ai
legislatori. Il recente studio di PLOS Medicine conferma ciò che il CCDU dice
da vent'anni, e richiede attenzione immediata da parte delle Istituzioni. Tra
il 2004 e il 2012, circa 15.000 persone hanno riferito all'FDA di avere
sperimentato effetti collaterali di violenza associati all'uso di psicofarmaci.
Casualmente, lo studio che collega gli antidepressivi con
comportamenti violenti arriva sulla scia di un'altra recente denuncia sulla
ricerca fraudolenta di un antidepressivo della GlaxoSmithKline - il Paxil:
secondo una revisione dei dati utilizzati per l'approvazione
dell'antidepressivo, il Paxil non sarebbe efficace nel trattamento di bambini e
vi sarebbe notevole rischio di suicidio associato con esso.
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