Lettera del portavoce dell’associazione, Rocco Tiso: “E’necessario
favorire la partecipazione, per rigenerare una cultura politica o per meglio
dire, quell’istinto politico che si riscontra in ogni ceto sociale, e che può
trovare il proprio accrescimento solo attraverso la pratica del coinvolgimento”.
L’Italia, un paese dove
c’è forma ma manca la sostanza. Un paese che ha fame di politica e buongoverno
ma vive una crisi di rappresentanza senza precedenti. Una disaffezione
preoccupante, un vuoto valoriale nella società civile, che “Iniziativa Comune”
ha saputo percepire, anche e soprattutto all’indomani delle elezioni politiche
del 4 marzo, che non hanno dato alla nazione un governo stabile e definito.
Rocco Tiso, portavoce del neonato gruppo di Cooperazione e Proposte, - composto
da “Radici” (Raggruppamento corpi intermedi nessuno tocchi le radici), “Confeuro”
(Confederazione degli agricoltori europei e del mondo) e “Soggetto giuridico”
(Organismo di aggregazione intercategoriale e coinvolgimento dei cittadini) –
ha dunque scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ponendo
all’attenzione “un problema presente nella storia della nostra Democrazia che
negli ultimi anni sta assumendo proporzioni preoccupanti. Ci riferiamo al
processo di disintermediazione politica che privilegia un rapporto sempre più
diretto fra il leader e i Cittadini (il Popolo) e che tra le prime vittime sta
mietendo gli stessi partiti quali perni del sistema democratico rappresentativo”.
Una crisi di rappresentanza, appunto.
Ma cosa fare? Secondo
Rocco Tiso, oggi è più che mai necessario favorire la partecipazione, “per
rigenerare una cultura politica o per meglio dire, quell’istinto politico che,
essendo collegato alla sorte dell’uomo nella società, si riscontra in ogni ceto
sociale, e che può trovare il proprio accrescimento solo attraverso la pratica
del coinvolgimento”.
Nei temi che hanno caratterizzato questa campagna
elettorale, le carenze e l'assenza di discussione su argomenti di interesse
generale hanno superato ogni più pessimistica previsione. “Tra i tanti
Agricoltura, Ambiente, Ricerca, e poi fatto irricevibile l'istruzione. La
scuola è il veicolo più importate per il futuro delle attuali e delle nuove
generazioni – continua il portavoce di “Iniziativa Comune” -. Se si vuole dare
un nuovo impulso alla società italiana occorre partire dall’educazione dei
nostri bambini, dei nostri ragazzi, dei nostri giovani. Occorre cioè seminare
fin dall’infanzia quei germi culturali che dovranno via via maturare per
formare una classe di cittadini rispettosi delle regole, consapevoli che il
merito dovrà essere l’unico parametro di valutazione per la crescita culturale
e professionale”. In Italia il
ripristino del senso della legalità rappresenta uno degli obiettivi principali
di chi voglia davvero cambiare le cose. Solo la scuola può porsi come modello
alternativo. Un modello alternativo volto a trasmettere non solo nozioni, ma
anche modelli di comportamento ispirati appunto, al rispetto delle regole.
Per riuscirci, da
“Iniziativa Comune” propongono qualche esempio pratico, preciso e definito,
come il reinserimento nei programmi scolastici dell’educazione civica, ambientale
e alimentare. Inoltre, proporre che nei programmi scolastici sia di prassi
l’insegnamento sistematico di quanto pubblica la Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana, in ordine a leggi, decreti ed altre norme che interessano
i cittadini. Alla stessa stregua va consultata la Gazzetta Ufficiale
dell’Unione Europea, considerando che la normativa Europea, regolamenti della
Commissione e del Consiglio, direttive, bandi e accesso banca-dati, deve essere
bagaglio culturale dei giovani ai vari livelli formativi. Solo in questo modo,
quando la Democrazia chiama, “noi cittadini potremmo rispondere non solamente
con il voto, ma saremo pronti a dare il nostro contributo di idee, ma
soprattutto ad agire nel rispetto delle regole costituzionali”, conclude Rocco
Tiso.
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